“La Compagnia delle Figlie della Carità è una società di vita apostolica in comunità, che assume i Consigli evangelici con un vincolo definito dalle Costituzioni”. (C. 1.13)
Il 29 novembre 1633 Luisa de Marillac porta a compimento un altro atto di obbedienza all'amore di Dio, radunando e accogliendo nella sua casa alcune ragazze, forse non più di quattro, per essere preparate a donarsi a Dio nel servizio dei poveri. Vincenzo de' Paoli condivise l'intuizione di Luisa, per amore di Do e dei poveri, i quali potevano essere meglio serviti, spiritualmente e corporalmente, da persone totalmente e per sempre consegnate all'amore di Dio.
Visitando le Confraternite della Carità, Luisa si accorse ben presto che il servizio dei poveri non poteva essere limitato da esigenze familiari o sociali; occorrevano persone libere, sempre pronte a servire chiunque e ovunque; persone date totalmente a Dio per servirlo nei poveri.
Già alcune ragazze si erano presentate a Luisa e a Vincenzo, disposte a servire i poveri per tutta la vita. La prima: Margherita Naseau. Dopo aver imparato a leggere e a scrivere pascolando le mucche, decise di obbedire alla Carità e, sotto la guida di Luisa de Marillac, dedicò la sua vita al servizio dei poveri fino a morire a soli 33 anni, consumata dall'amore e contagiata dalla peste, anticipando quello che Vincenzo indicherà alle sue figlie come il dono più grande: il martirio della Carità.
Lo spirito che anima e guida le Figlie della Carità è lo Spirito di Cristo.
Nell'esperienza vincenziana, rivestirsi dello Spirito di Cristo significa imitare Gesù Cristo, permettendogli di infondere nella persona la sua grazia che inclina ad operare come Lui.
Chi è rivestito di questo Spirito diventa gradualmente simile a Cristo, perciò abilitato a continuare la sua opera.
Soltanto dopo una sufficiente esperienza le Figlie della Carità ebbero dai Fondatori il testo delle "regole". All'inizio fu data loro l'unica regola necessaria: Gesù Cristo, adoratore del del Padre; servitore del suo disegno d'amore; evangelizzatore dei poveri.
Vincenzo e Luisa hanno vissuto e insegnato una spiritualità cristocentrica, dove tutto ha origine, senso, scopo in rapporto a Cristo e alla sua presenza nei poveri.
Per esperienza personale, riferita alla pentecoste del 1623, giorno della "lumière", Luisa de Marillac sarà chiamata "mistica dello Spirito"; alle sue figlie insegnerà a vivere nello Spirito, offrendo a Lui 1'intelligenza e la memoria, e a vivere dello Spirito, mettendo la propria volontà a disposizione della sua opera santificatrice.
Gesù Cristo, regola assoluta; lo Spirito Santo, anima e guida; Maria, unica madre della Compagnia. Questi i segreti che abitano il cuore delle Figlie della Carità.
Essere simili a Cristo per continuare l'opera sua significa concretamente partecipare alle sue virtù. Tre le preferite dai Fondatori perché più adeguate alla vita delle serve dei poveri.
UMILTA'
La virtù per eccellenza del Figlio di Dio. Egli ce la insegna con parole ed opere; rende necessario il riconoscimento che ogni bene viene da Dio. Implica la coscienza della propria pochezza e delle proprie colpe ed è accompagnata da una traboccante confidenza in Dio.
SEMPLICITA'
E' la via più corta, quasi una linea retta, per raggiungere Cristo e il cuore dei poveri.
Contraria ad ogni spirito di intrigo, simulazione e finzione, la semplicità sa conservare la pace e facilita l'incontro con tutti, specialmente con i poveri.
CARITA'
Virtù fondamentale per le Figlie della Carità, dalla quale sono definite nell'essere e nell'operare.
Partendo dalla logica della Carità, Vincenzo ricongiunge amore affettivo e amore effettivo.
Egli insegna come amare Cristo, sorgente e modello di ogni Carità, e come amare il prossimo alla maniera di Cristo, per questo l'amore effettivo dovrà prevalere su quello affettivo, pur risultando i due inseparabili l'uno dall'altro.
In termini personali l'esperienza vincenziana della Carità si traduce come "stato di Carità", ove in rapporto a Cristo si diviene "modellati"; in rapporto all'evangelizzazione, si diviene inviati, cioè missionari.
La conformità alla volontà di Dio, elemento fondamentale della spiritualità vincenziana, si esprime con la Carità che va incontro alle necessità degli uomini. Per la Figlia della Carità non si tratta di "perdersi in Dio", ma di "consumarsi per Dio", nel servizio dei poveri fino al martirio della Carità.
I Recapiti delle Figlie della Carità in Italia: | |
Casa Provinciale Via Nizza, 20 10125 TORINO Tel. 011.66.596.205 Fax 011.66.596.293 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.fdcsanvincenzo.it/torino.htm |
Casa Provinciale "San Girolamo" Via San Girolamo, 8 53100 SIENA Tel. 0577.21.27.31 Fax 0577.21.27.30 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. http://www.fdcsiena.it/ |
Casa Provinciale "Regina Mundi" Via Francesco Albergotti, 75 00167 ROMA Tel. 06.66.01.61.89 Fax 06.66.01.63.45 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Casa Provinciale Via Santa Luisa De Marillac, 10 80122 NAPOLI Tel. 081.68.13.59 Fax 081.6.62.35 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Casa Provinciale "Mater Nostra" via dei Falconi, 10 09126 CAGLIARI Tel. 070.30.73.00 Fax 070.34.13.28 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.fdcsardegna.191.it |