• Ultima modifica: Martedì 30 Ottobre 2018, 09:31:19.

Domiziano

cmromaBenvenuti

sul sito della Congregazione della Missione 
della Provincia Romana.

“Dobbiamo amare Dio e i poveri, ma a spese delle
nostre braccia e col sudore della nostra fronte“.
ed essere
“strumenti della sua immensa e paterna carità,
la quale vuol stabilirsi e dilatarsi nelle anime“
Come?

  • avvicinando ogni forma di povertà,
    facendone esperienza diretta
  • facendo tutto il possibile per alleviarla
    “subito” o per eliminarla o per prevenirla
  • coinvolgendo il maggior numero di
    persone, incominciando da quelle più semplici
    fino ad arrivare alla più alta aristocrazia
    e alle autorità dello stato
  • organizzando e coordinando ogni
    azione diretta al sollievo della povertà, per
    assicurare serietà, continuità ed efficienza

 San Vincenzo de Paoli

CHI SIAMOChi sono i preti della Missione (Vincenziani)?

«Il fine della Congregazione della Missione è di seguire il Cristo Evangelizzatore dei Poveri»

 
  • Le Compagnie della Carità, nel 1617, che oggi hanno assunto il nome di
    “Gruppi di Volontariato Vincenziano” (GVV), è l’opera primogenita, composta
    da donne che si radunavano per recarsi nelle case a visitare i poveri e
    portare loro il soccorso spirituale, morale e materiale
  • La Congregazione della Missione, nel 1625, sacerdoti destinati a predicare
    nelle campagne, dove trovare i poveri più trascurati e abbandonati
  • Le Figlie della Carità, nel 1633, in aiuto e completamento delle Compagnie
    della Carità, onde assicurare un’assistenza assidua e continua ai poveri
  • Queste opere, insieme con la Federazione Nazionale Società di San Vincenzo
    De Paoli
    e ad altri gruppi, costituiscono la Famiglia Vincenziana.

 

 

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Domiziano si trovò a Roma nei delicati e convulsi momenti che precedettero la morte di Vitellio nel dicembre del 69. Dopo la vittoria definitiva dei sostenitori del padre rimase nell'Urbe per curare gli affari di governo, poi una volta insediatosi, Vespasiano lo relegò in secondo piano per evitare contrasti alla successione del primogenito Tito.
Successe al trono dopo la morte di quest'ultimo il 13 settembre 81 dopo che, in osservanza della procedura, si era presentato alle coorti pretorie e al senato. In contrasto con la politica dei suoi predecessori che avevano favorito le classi superiori, D. cercò il consenso dei ceti popolari e per superare l'opposizione senatoriale concentrò nelle sue mani il maggior potere possibile anche attraverso manifestazioni esteriori che accentuarono il suo dispotismo monarchico. In campo economico si dedicò a migliorare l'allevamento in Italia e ad incrementare la coltura dei cereali mentre promosse costruzioni pubbliche in tutti i territori dell'Impero.
Uno sforzo finanziario che portò Domiziano a requisizioni e confische effettuate a danno di elementi a lui avversi, si creò così un clima di terrore e sospetto che culminò con la cacciata dall'Italia di quanti insegnavano filosofia ritenuti pericolosi fautori della libertà di pensiero.
In politica estera Giulio Agricola sconfisse i Caledoni nell'84 mentre sul Reno la campagna contro i Catti portò definitivamente la frontiera al fiume Meno con la creazione degli Agri Decumates, cioè i territori tra Reno e Danubio. Infelice invece l'esito della spedizione contro i Daci condotta prima tra l'85 e 86 poi nell'88-89, infatti dopo un avvio vittorioso mentre la capitale Sarmizegetusa stava per cadere, Domiziano intraprese una campagna disastrosa contro Quadi e Marcomanni che lo costrinse a chiedere la pace con i Daci, in Oriente fu invece mantenuto lo status quo e l'ultima operazione militare fu al nord nel 92-93 con una vittoriosa campagna contro Suebi e Sarmati.
Il contrasto tra l'opposizione e il sempre più dispotico imperatore portò infine ad un complotto che vide D. cadere pugnalato da un liberto a Roma il 18 settembre 96.

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