• Ultima modifica: Martedì 30 Ottobre 2018, 09:31:19.

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cmromaBenvenuti

sul sito della Congregazione della Missione 
della Provincia Romana.

“Dobbiamo amare Dio e i poveri, ma a spese delle
nostre braccia e col sudore della nostra fronte“.
ed essere
“strumenti della sua immensa e paterna carità,
la quale vuol stabilirsi e dilatarsi nelle anime“
Come?

  • avvicinando ogni forma di povertà,
    facendone esperienza diretta
  • facendo tutto il possibile per alleviarla
    “subito” o per eliminarla o per prevenirla
  • coinvolgendo il maggior numero di
    persone, incominciando da quelle più semplici
    fino ad arrivare alla più alta aristocrazia
    e alle autorità dello stato
  • organizzando e coordinando ogni
    azione diretta al sollievo della povertà, per
    assicurare serietà, continuità ed efficienza

 San Vincenzo de Paoli

CHI SIAMOChi sono i preti della Missione (Vincenziani)?

«Il fine della Congregazione della Missione è di seguire il Cristo Evangelizzatore dei Poveri»

 
  • Le Compagnie della Carità, nel 1617, che oggi hanno assunto il nome di
    “Gruppi di Volontariato Vincenziano” (GVV), è l’opera primogenita, composta
    da donne che si radunavano per recarsi nelle case a visitare i poveri e
    portare loro il soccorso spirituale, morale e materiale
  • La Congregazione della Missione, nel 1625, sacerdoti destinati a predicare
    nelle campagne, dove trovare i poveri più trascurati e abbandonati
  • Le Figlie della Carità, nel 1633, in aiuto e completamento delle Compagnie
    della Carità, onde assicurare un’assistenza assidua e continua ai poveri
  • Queste opere, insieme con la Federazione Nazionale Società di San Vincenzo
    De Paoli
    e ad altri gruppi, costituiscono la Famiglia Vincenziana.

 

 

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Ass. F.d.C. e Fam.Vinc. - eserc.spir. - Infermeria - Casa riposo "Il Pavone" 

Eretta: 1856 - 1936

"Casa Pia"
Via E.S.Piccolomini, 26
53100 - Siena
Tel.: 0577 - 28.10.91 0577 - 28.80.57
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VILLA "IL PAVONE"

Villa il Pavone Centro Residenziale per anzianiNel 1825 Mario Bianchi Bandinelli chiamò l'architetto senese Agostino Fantastici per progettare un nuovo complesso comprendente villa, giardino e fabbriche annesse, al posto del preesistente Palazzo del Pavone, attribuito a Francesco di Giorgio. L'accesso alla villa avviene attraverso un cancello sorretto da due pilastri sormontati da sfingi, opera di Luigi Magi. Il piccolo fabbricato della villa, ampliato in tempi recenti, è a pianta quadrata e si sviluppa su due piani. Una breve scalinata introduce, sul fronte principale, ad un portico con colonne tuscaniche sormontata da una terrazza. A fianco del villino si trova un'aranciera neoquattrocentesca in cotto, delimitata da alti semipilastri con capitelli corinzi. Il giardino di gusto romantico, uno dei primi costruiti nel territorio senese, costituisce un esempio rappresentativo per la sua unitarietà. Questo, posto di fronte alla villa e delimitato da un boschetto sul lato ovest, è attraversato da percorsi sinuosi dove si aprono vedute verso tre manufatti di pregevole fattura: una loggetta dorica che si affaccia sulla Via Cassia, una simbolica piramide sepolcreto e una grotta - ipogeo. I manufatti, d'ispirazione illuminista sono espressioni di un atteggiamento di curiosità enciclopedica e d'interesse per gli aspetti esoterici. La grotta, che si affaccia su un laghetto, è costruita ad imitazione di un ipogeo etrusco in blocchi di tufo. All'interno due cunicoli scavati portano ad una sala rettangolare in mattoni, con volta a botte, in cui si apre lateralmente un altro vano. Attualmente la villa ospita una casa di cura per anziani.

Siena: il "Pavone" dall'alto

Siena: il "Pavone" dall'alto

Statua di San Vincenzo sopra l'ingresso

Statua di San Vincenzo sopra l'ingresso

Dove siamo

From Address:

TOR SAPIENZA

"S.Maria Immacolata e S.Vincenzo de' Paoli"
Via di Tor Sapienza, 52 - 00155 Roma
Tel.: 06 22.80.059 FAX: 06 22.80.164
www: Sito della Parrocchia
@:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Eretta: 1949 - PARROCCHIA

Governo
Riccardo MARTORELLI Superiore / Parroco Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tommaso ACCIARRI Economo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Luigi CHIOMINTO Ministero  
Maurizio MARTINI    

 

LA STORIA DELLA PARROCCHIA

La parrocchia della Immacolata Concezione a Cervelletta fu istituita il 26 maggio 1912 dal Cardinale Vicario Pietro Respighi sulla autorizzazione della ''Quandiu per agri romani'' del 24 maggio 1912 (AAS 4, 1912, 437), di S. Pio X. Il Papa provvide, con le proprie finanze, a risolvere l’impatto con i primi problemi economici assegnando il 12 giugno 1913, un sussidio annuo di L.600, una cifra non affatto riduttiva se la si moltiplica con l’indice di svalutazione della nostra moneta. Il supplemento di congrua non si fece attendere molto: Vittorio Emanuele III. re d’Italia, il 4 gennaio 1914, a norma della legge 13 marzo 1871 n. 214 e dell’art.2 del codice civile (Zanardelli), riconobbe la parrocchia agli effetti civili. Il primo parroco fu D. Fabrizio Fabrizi, del clero romano, che esercitò il suo ufficio fino al 1917 quando fu trasferito alla parrocchia di S.Maria in Cosmedin. La parrocchia dell’Immacolata fu amministrata dal clero secolare fino al 21 febbraio 1949 quando, con decreto del Cardinale Vicario Francesco Marchetti Selvaggiani ''Ex audientia Sanctissimi'' del 19 novembre 1948, fu affidata alla Provincia Romana della Congregazione della Missione dei Missionari di S.Vincenzo de' Paoli.

La giurisdizione territoriale della parrocchia dell’Immacolata alla Cervelletta fu molto ampia, tanto da poter essere paragonata a quella delle parrocchie romane più antiche: la lunghezza infatti raggiungeva i Km.12 e la larghezza i Km.4, dunque quasi 50 Km. quadrati. A rendere meglio la vastità del comprensorio basti dire che il treno della linea Roma-Sulmona vi effettuava fermate alle stazioni di Cervara, Salone e Lunghezza. L’archivio generale della diocesi di Roma ha una descrizione precisa di questi confini in un rilievo disegnato su una tavoletta dell’Istituto Geografico Militare non accompagnata però dal relativo decreto canonico. La nuova giurisdizione parrocchiale era articolata su toponimi di Ponte Mammolo, Torre Ponticello, Tor Cervara, Bocca di Leone, Tor Sapienza, Benzone, Cervelletta e Salone vecchio.

Il toponimo di maggiore spicco è quello di Tor Sapienza per il suo riallacciarsi all’istituzione del primo Collegio Romano per l’avvio al sacerdozio: l’Almo Collegio Capranica. Il cardinale Domenico Pantagato detto Capranica, il 15 agosto 1457, acquistò dall’Ospedale S.Spirito - il quale a sua volta lo aveva comprato dalla storica famiglia Boccamazzi - il casale dei Bucchamatiis costituendolo in dote per gli studenti dell’università di Perugia detta “Sapienza vecchia” (Collegium Firmanae Sapientiae de Urbe”, per cui il casale Boccamazzi divenne Tor Sapienza) e, per testamento del 14 agosto 1458, unitamente ad altri beni lo destinò alla fondazione, da intitolarsi al suo nome, di un collegio di istruzione ecclesiastica in Roma (M.Morpurgo Castelnuovo, Il Card. Domenico Capranica, in Arch. Soc. Rom. Storia Patria, 1929).

Altro toponimo da considerare è quello della Cervelletta, una tenuta dei Salviati di circa 250 ettari, deve la derivazione del nome dalla trasformazione di “Cervaretto” (come insegna Giuseppe Tomassetti nel magistrale lavoro sulla campagna romana), essendo una delle tante riserve di caccia al cervo esistente nei dintorni di Roma. Ponte di Nona poi è il fondo che vanta il documento medievale più antico per il collegamento con la celebre abazia di Subiaco. Il Papa Giovanni XII, nella pancarta del 10 maggio 958 diretta all’abate Leone e ai monaci sublacensi, tra i molti possedimenti dell’abazia, conferma: ''Fundum in integro sexto cum prato sua iuxta ribum inter affines ab uno latere viam qui pergit ad ‘pontem de nona’''.

La composizione di questi confini lascia intendere che la popolazione, non numerosa doveva essere di estrazione contadina. Dai documenti dell’Archivio Generale del Vicariato si ha notizia che intorno alla chiesa parrocchiale erano raggruppate circa una dozzina di famiglie mentre le altre erano disseminate per i campi. La chiesa su progetto dell’architetto Carlo Lepri, sorse su un terreno messo a disposizione dei duchi Salviati, e donna Maria Salviati, per fomentare l’istruzione religiosa, fondò dei corsi biennali di missioni, depositando un capitale di L.2.500, consistente in tre obbligazioni di L.500 ciascuna della Società Anglo-Romana del gas ed in quattro obbligazioni di L.250 ciascuna della Società Immobiliare.

La parrocchia, dopo un ventennio di vita, si trovò una popolazione di circa 10.000 abitanti ed avvertì un cambiamento delle abitudini e della mentalità della popolazione. La “borgata di Ponte Mammolo” era divenuta un fatto compiuto ed il “Polverificio Stacchini” aveva sottratto un’aliquota determinante al fiorente bracciantato agricolo. Il Comune di Roma dovette prendere atto della necessità di non poter più dilazionare l’impianto di una scuola professionale ed il 14 luglio 1938 (dec.n.3392) decise di costruirla su un terreno di 8.000 metri quadrati, rinverdendo così la nobile tradizione capranicense. Il regio decreto fu firmato il 4 ottobre 1938 ed il Governatore dell’Urbe fu autorizzato all’acquisto dalla duchessa Ruffina Grazioli Lancellotti per il prezzo di L.12 al metro quadrato (G.U. 28 novembre 1938 n.271).

Il movimento, o meglio lo spostamento dell’insediamento urbanistico risulta dai confini sul comprensorio delle parrocchie. La presenza più antica è quella della parrocchia di S.Lorenzo fuori le mura, istituita il 4 luglio 1709, per cui si deve ritenere che l’originale della cura d’anime per la parrocchia dell’Immacolata alla Cervelletta debba farsi risalire al clero della basilica di S.Martino ai Monti (cfr. Osservatore Romano 1 novembre 1981). Ecco i confini delle altre parrocchie: Ss. Marcellino e Pietro a Tor Pignattara, istituita il 6 gennaio 1906; Ssma. Trinità in Castello di Lunghezza appartenente allora alla diocesi suburbicaria di Frascati; S:Maria dell’Olivo a Settecamini, eretta il primo giugno 1926 e S.Felice da Cantalice a Centocelle, istituita il 20 marzo 1935. La parrocchia rurale dell’Immacolata alla Cervelletta era ormai immessa su un nuovo cammino: l’urbanistica romana aveva preso ad annettersela.

La zona industriale di Roma intanto si andava formando sull’asse della via Prenestina: nel 1955 si contavano già 14 grandi stabilimenti nei quali lavoravano mille operai. La popolazione intorno al 1950 si era già trasformata da contadina in operaia. I Missionari di S. Vincenzo de Paoli non si erano lasciati sorprendere: già nel 1950 avevano portato a termine la costruzione di una nuova chiesa in via Tor Sapienza, 52 su progetto dell’Ing. Francesco Fornari e che intitolarono al loro Fondatore S.Vincenzo de Paoli. Le funzioni liturgiche e le attività parrocchiali vennero così a svolgersi in due chiese, finché nel 1968 la vita parrocchiale fece perno definitivamente nella chiesa di S. Vincenzo, tanto che gli stessi missionari espressero più volte l’auspicio che il titolo di “Immacolata a Cervelletta in S. Vincenzo de Paoli”, adeguato alla nuova realtà canonica, fosse cambiato in parrocchia dell’Immacolata e S. Vincenzo de Paoli.

I confini della parrocchia divennero più determinati con il decreto del 20 aprile 1950, all’ingresso dei Missionari di S. Vincenzo de Paoli. Eccoli: via Prenestina, fosso di Gottifredi, fiume Aniene, via di Salone, via Collatina, marrana di Ponte di Nona, via Prenestina. Un ridimensionamento dei questa giurisdizione territoriale avvenne il 20 luglio 1953 in seguito ad una rettifica dei confini della parrocchia della Ss.Trinità in Castello di Lunghezza che, da 29 marzo 1950, era stata affidata alla Provincia Romana della Congregazione della Missione di S.Vincenzo de Paoli. Questa nuova confinazione che con l’apparire di qualche toponimo non tradizionale dimostra un intensificarsi della attività edilizia, fu: via Collatina, dalla marrana di Ponte di Nona a via Teocrito fino alla torre dell’acqua Vergine si segue il viottolo che porta a Salone Vecchio attraversando la ferrovia Roma-Sulmona fino alla cinta muraria della tenuta di Salone Nuovo fino a via Collatina.

La pressione dell’edilizia abitativa, verificatasi dopo l’inizio degli anni sessanta, porterà all’istituzione della nuova parrocchia di S.Bernardette Soubirous, decretata dal Cardinale Vicario Ugo Poletti il 15 novembre 1975. Il territorio parrocchiale dell’Immacolata alla Cervelletta dovette, per conseguenza, subire uno smembramento, deciso l’11 ottobre 1975, per cui i suoi confini furono così determinati: Grande Raccordo Anulare, via Prenestina, fosso del fontanile fino a via Collatina, via Collatina ad ovest fino all’altezza di via della Martora, fosso di Tor Sapienza, fiume Aniene fino a Casale Coletta, via di Tor Cervara, via Amarilli, fosso di Tor Sapienza, fosso di Tor Bella Monaca, via Collatina, Grande Raccordo Anulare.

La chiesa dell’Immacolata alla Cervelletta, ormai da circa un ventennio usata principalmente per la celebrazione dei matrimoni, restaurata nel 1999 e resa luogo di spiritualità per tutta la parrocchia, pur sorgendo in aperta campagna, divenne oggetto di cure artistiche del parroco Don Fabrizio Fabrizi e dei parrocchiani. La decorazione fu commessa a Giovanni Battista Conti, che aveva studio di arte decorativa in via Vespasiano 16, il quale vi impiegò, coadiuvato da 5 persone, 40 giorni lavorativi. La superficie decorata fu di metri quadrati 450, dei quali 50 per la parete di fondo, 250 per le due pareti laterali e 160 per le cappellette, il prezzo convenuto fu di L.5 al metro quadrato per una spesa complessiva di L. 2.250. I quadri realizzati al prezzo di L.70 cadauno ebbero a soggetto S.Antonio abate, S.Antonio di Padova e S.Anna. Un quadro di S.Pio decimo, fondatore della parrocchia, fu collocato sul portale interno della chiesa e costò L.80. Il preventivo autografo del Conti è conservato nell’Archivio Generale del Vicariato di Roma.

Si potrà dubitare della bontà artistica di quadri e decorazioni condotti in maniera quasi commerciale, ma il dubbio si trova a doversi confrontare con un fascicolo di ‘Arte Cristiana’, de 15 aprile 1918, che si apre con la fotografia della chiesa, della decorazione, dei quadri e delle cappelle e con un testo di commento a firma di Mons. Belvederi sull’opera di Giovanni Battista Conti: “Si direbbe che dalla scuola benedettina di Beuron abbia raccolto tutta la compostezza ed il carattere mistico della sua arte spogliandola però interamente di quella nota di misura e di geometria che la rendeva troppo compassata e stucchevole”. Si deve però riconoscere che D.Fabrizi, morto canonico lateranense, pur tra tante difficoltà dell’avvio della parrocchia in un ambiente certo non raffinato abbia voluto sollevare l’animo dei suoi parrocchiani a quel senso del bello che aiuta a divenire migliori.
A.I.

 

LA CERVELLETTA

La parrocchia dell'immacolata concezione a Cervelletta fu istituita il 26 Maggio 1912 dal cardinale Vicario Pietro Respighi per volontà di papa Pio X. Il 2 di Giugno di quello stesso anno il cardinale Respinghi si recò con tutta la solennità richiesta dalla circostanza e che gli era conferita dalla sua dignità, alla Cervelletta.
La piccola chiesetta, appena edificata, molto umile nelle sue dimensioni, modesta nelle sue forme architettoniche, aveva un grandissimo valore per la vita religiosa dell'Agro romano, poiché la chiesa fin da quella mattina, segnava la prima fondazione parrocchiale dell'Agro romano. La giurisdizione territoriale della parrocchia dell'Immacolata alla Cervelletta fu molto alta, tanto da poter essere paragonata a quella delle parrocchie romane più antiche:la lunghezza infatti raggiungeva i km 12 e la larghezza km 4,dunque quasi 50 km quadrati. Il primo parroco fu d. Fabrizio Fabrizi , del clero romano, che esercitò il suo ufficio fino al 1917 quando fu trasferito alla parrocchia di S. Maria in Cosmedin.fu merito speciale del primo parroco, che seppe valersi di tutte le sue risorse personali, se la piccola chiesetta divenne sempre più decorosa ed attraente.La piccola chiese dedicata all'Immacolata fu subito officiata con decora liturgico e con una grazia spirituale edificantissima che resero assai frequente il ricorso dei parrocchiani.La chiesa divenne luogo carissimo agli umili lavoratori dei campi che la vollero per quanto fosse possibile decorare a pitture, come erano dipinte, così essi dicevano, le chiese di Roma A soddisfare i nobile desideri della volontà popolare sovvenne il felice intuito del giovane parroco il quale affidò il compito di decorare la chiesetta ad un giovane artista che sulle pareti del piccolo tempio a lasciato una traccia così bella della semplicità e soavità della sua arte.Il simbolismo cristiano delle rozze pitture delle catacombe e dei lucenti mosaici delle antiche basiliche cristiane vive nelle decorazioni di Giovanni Battista Conti."La piccola chiesa della Cervelletta è, come dicemmo la prima erezione parrocchiale dell'Agro romano, ma, nella semplicità e bellezza nelle sue decorazioni, ha rivelato come si possa compier un'opera d'arte cristiana anche senza forti risorse, specialmente se si trovano anime di artisti che alla velentià e alla perizia tecnica sanno congiungere una pietà profondamente cristiana".La parrocchia dell'Immacolata fu amministrata del clero secolare fino la 21 febbraio 1949 quando, con decreto del cardinale Vicario Francesco Marchetti Selvaggiani "ex audientia sanctissimi" del 19 Novembre 1948, fu affidata alla provincia roana della congregazione della missione dei missionari di S. Vincenzo de' Paoli . I missionari di S. Vincenzo De' Paoli nel 1950 portarono a termine la costruzione di una nuova chiesa in Via Tor Sapienza 52 su progetto dell'ing. Francesco Fornari e che intitolarono al loro fondatore S. Vincenzo.Le funzioni liturgiche e le attività parrocchiale vennero a svolgersi un due chiese finché nel 1968 la vita parrocchiale fece perno definitivamente nella chiese di s . Vincenzo tanto che gli stessi missionari espressero più volte l' auspicio che il titolo di "Immacolata Cervelletta in S. Vincenzo de Paoli, adeguato alla nuova realtà canonica fosse cambiato in parrocchia dell'Immacolata e S. Vincenzo de Paoli.

Dove siamo...

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Rettoria San Silvestro (Ad instar domus)

Erecta: 1814

Administratio

 
 San Silvestro (Ad instar domus)
a ministeriis: eccl.

Dove ci troviamo

  • Via XXIV Maggio, 10 - 00187 - Roma (RM)
  • +39 06.45421813
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GOVERNO

 
 P. Luigi MEZZADRI
  • rector
  • ab historia
  • pro Familia Vincentiana
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La chiesa è dedicata al Papa S. Silvestro
 

Pochissimi notano questa chiesa lungo via XXIV Maggio, anche perché possiede una facciata assai poco appariscente, oltreché finta.

Verso il VI secolo avanti Cristo, all'epoca degli ultimi Re di Roma, qui sorgeva un tempietto dedicato a una divinità sabina. In età imperiale, all'interno del perimetro della Chiesa, passava la via Biberatica, che conduceva ai Mercati Traianei.

Attorno al 1030 c'è la prima menzione di una chiesetta, registrata poi col titolo De Biberatica o In Arcioni. Nel sec. XV essa era chiamata «In caballo, In Monte caballo, in Quirinali».
Il 28 giugno 1507 essa fu concessa ai domenicani della congregazione di S. Marco (di Savonarola), nella persona di fra Mariano Fetti.
Nel 1524 fu fatta ricostruire da Clemente VII. In questo periodo vi abitarono Zanobi Acciaiuoli (1461-1519), primo bibliotecario della Vaticana, Ambrogio Catarino (1484-1553), uno dei primi oppositori di Lutero, che rispose con uno scritto nel 1521, Michele Ghislieri, poi S. Pio V, il famoso pittore fra Bartolomeo della Porta.
Spesso fu frequentata da Michelangelo Buonarroti (1475-1547) e Vittoria Colonna (1490-1547) per le adunanze letterarie e artistiche che si tenevano a S. Silvestro.
I domenicani lasciarono il complesso nel 1540. il card. Guido Sforza, che ne era rettore, per ingraziarsi l'animo di Paolo IV, fondatore dei Teatini, che cercava una Chiesa per il suo ordine, gliela cedette spontaneamente.
I Teatini per accogliervi il loro Noviziato e poi la Casa Generalizia ingrandirono la casa, comperando un edificio di proprietà di mons. Giovanni Della Casa. Alla morte del papa (1559) gli Sforza, ostili a papa Carafa, pretesero di rientrare nei loro diritti. Ma Pio IV non cedette.
La marchesa Lomellini ingrandì il complesso, donando ai Teatini 6000 scudi d'oro. Vi dimorarono S. Andrea Avellino, primo direttore spirituale del Seminario di Piacenza, il b. Paolo Burali, vescovo a Piacenza e Napoli, S. Giuseppe Tomasi, della famiglia dei Tomasi di Lampedusa (ricordata nel romanzo Il Gattopardo), insigne liturgista, il b. Marinoni, il card. Bernardino Scotti, Lorenzo Scupoli, autore di una famosa opera di spiritualità, Il combattimento spirituale, i pittori teatini Giovanni Battista Caselli, Filippo M. Galletti, Biagio Betti e Matteo Zoccolini, che misero a punto il disciplinamento dell'arte dopo il Concilio di Trento.
Fu frequentata da S. Carlo Borromeo, da S. Filippo Neri e dal card. Guglielmo Sirleto, cui si devono gran parte delle riforme post-tridentine (Catechismo, Breviario, Messale.).
Il 31 agosto 1584 la Chiesa fu solennemente consacrata da Thomas Goldwell, vescovo di Saint Asaph, che partecipò al Concilio di Trento e fu sepolto in Chiesa. Vi dimorarono anche Salvatore Caracciolo, prevosto della Chiesa nel1571, poi arcivescovo di Conza, e il card. Francesco M. Banditi quand'era superiore generale dei teatini (1768-71).
Nella Chiesa celebrarono funzioni solenni diversi Sommi Pontefici. Leone X (1513-21) nel 1518 visitò la cappella con 29 cardinali. Clemente VII (1523-34) nel 1530 vi si recò «magno Cardinalium comitatu». Paolo IV (1555-1559) vi tenne due volte Concistoro. Mentre Clemente VIII (1592-1605) celebrava a S. Silvestro, S. Filippo Neri confessava i fedeli. Pio VI (1775-1799) il 1° gennaio 1776 visitò la Chiesa per le Quarantore.
Nel 1798-1799 la Repubblica Romana devastò la Chiesa e il Convento e ne cacciò i religiosi.
Quando i Teatini reclamarono S. Silvestro, esso era occupato in parte dall' Ospizio di Tata Giovanni, un muratore romano, fondatore dell'Ospizio di S. Michele a Ripa e in parte dai Paccanaristi. Il 10 aprile 1801 Pio VII aveva concesso parte del fabbricato e la Chiesa al chierico trentino Niccolò Paccanari, che aveva fondato la Società della fede di Gesù (Paccanaristi), che avrebbero dovuto contribuire a difendere il Papa e ristabilire la Compagnia di Gesù. L'arciduchessa Marianna d'Austria, sorella dell' Imperatore Ferdinando II, impiegò oltre 30.000 scudi per i restauri della Chiesa e del giardino di S. Silvestro. Essa fondò una congregazione femminile chiamata «Les bien aimées de Jésus». Poco per volta Paccanari si stancò del primitivo progetto di restaurazione dei gesuiti. Il suo stile di vita suscitò più di una riserva e morì tragicamente.

Quando il 7 agosto 1814 fu ristabilita la Compagnia di Gesù, ai gesuiti fu restituita la Chiesa di S. Andrea al Quirinale, che al momento della loro soppressione era stata concessa alla Congregazione della Missione. In cambio ai missionari fu concessa la Chiesa e il Convento di S. Silvestro. I missionari trovarono la casa completamente spoglia. Tutto era stato asportato, perfino la chiave. I missionari, che non avevano preso nulla a S. Andrea, si trovarono in difficoltà. La casa era diroccata anche per un terremoto. Ottennero un aiuto dalla Camera Apostolica.
In seguito i missionari poterono aprire così il loro noviziato (Seminario interno), che a fine anno 1815 aveva 32 aspiranti missionari. In questo periodo vi fece il noviziato il servo di Dio Francesco Folchi, C.M.
Alla morte di Pio VII i cardinali si riunirono nella nostra Chiesa e al canto del «Veni Creator» si incamminarono verso il Quirinale. Questo si praticò anche per i conclavi successivi fino all'elezione di Pio IX. Leone XII (1823-29), viste le condizioni della casa, diede ai missionari 4.000 scudi; altri 500 scudi furono concessi dal papa per l'acquisto di una vigna, perché servisse come luogo per le vacanze. Il papa concesse ai missionari anche la metà dei fondi del Monastero di S. Ambrogio, da cui si ricavavano 7.000 scudi.
Il 14 ottobre 1832 il card. Carlo Odescalchi vi consacrò vescovo titolare di Icosia S. Eugenio de Mazenod (1782-1861), fondatore degli Oblati di Maria Immacolata.
Dopo la presa di Roma (1870) la Chiesa e il Convento furono oggetto delle Leggi di soppressione. Gran parte del Convento fu confiscato, con un indennizzo di L. 5.985. Alla comunità fu lasciata la cura pastorale della Chiesa e solo una parte del Convento, come Rettoria. Per allargare la strada di via XXIV Maggio, furono demolite due cappelle e fu costruita una nuova facciata.
Nel 1946 la Chiesa fu dotata di un nuovo organo a spese dei Missionari. Il chiostrino adiacente la Chiesa fu restaurato nel 1962.

Negli anni del Concilio Ecumenico Vaticano II la casa fu abitata dal P. Annibale Bugnini, C.M., (1912-1982), che fu Segretario della Commissione preparatoria del Concilio (1959-1962); Segretario del Consilium ad exequendam Sacram Liturgiam (1964-1969). Il 6 gennaio 1972 fu nominato Arcivescovo Titolare di Diocleziana e il 13 Febbraio 1972 fu ordinato Vescovo. Ricoprì la carica di Segretario della Congregazione per il culto Divino dal 5 Maggio 1969 al 4 gennaio 1976 quando fu nominato Pro-Nunzio in Iran dove rimase fino alla morte avvenuta poi in una sua permanenza a Roma il 3 luglio 1982.
Nello stilare i testi del suo noto volume sulla Riforma Liturgica (1948-1975), mons. Bugnini così ricordava la casa di S. Silvestro al Quirinale: « S. Silvestro al Quirinale, la casa religiosa vincenziana a me carinissima, non solo perché vi ho passato la maggior parte della mia vita romana, ma soprattutto perché tra quelle mura, in quella chiesina, « tutta d’oro e trapunta di straforo », come nel secolo XVI si esprimeva il domenicano frà Mariano, in quelle stesse stanze che io abitavo mi pareva aleggiasse ancora la presenza del Card. Guglielmo Sirleto († 7 ottobre 1585) e della Commissione liturgica, composta la più parte di teatini che dal 1566 in poi compirono la riforma liturgica decretata dal Concilio di Trento e che va sotto il nome di s. Pio V. San Silvestro era solo da una decina d’anni (dal 1555) la casa madre dei teatini, che ne avevano fatto un centro di studi e di spiritualità biblica e teologica. Il messale che usava il Card. Sirleto e da lui postillato per la riforma della Messa, ora conservato alla Biblioteca Vaticana, porta il sigillo « Biblioteca sancti Silvestri ». Questi particolari mi furono molto cari, vedendo nelle circostanze personali quasi la continuità di una tradizione, preziosa quant’altri mai nella vita della Chiesa».
Mentre si fremeva per il grande rinnovamento della Chiesa e della la Riforma Liturgica, in accesa polemica sulla Messa un settimanale umoristico italiano pubblicò una serie di articoli scanzonati. Mons. Bugnini così ricorda nel suo libro: «Appresi da quelli che il direttore della sezione romana del periodico, per rendersi conto personalmente delle cose, un giorno volle assistere, in incognito, alla mia Messa a S. Silvestro al Quirinale e notò con sorpresa che celebravo ad un altare sul quale troneggiava una immagine di S. Pio V (cappella della Madonna delle Catene), in latino (era il tempo in cui in privato era obbligatorio celebrare in latino). Scrisse pure che, a suo giudizio, il celebrante celebrava «con fede ». E concluse: «Ma come è possibile che questo prete al mattino celebri davanti a S. Pio V, in latino, col messale tridentino, e poi, alla sera imponga alla Chiesa la Messa riformata in lingua volgare tradendo il concilio di Trento?».
Erano anni di manifestazioni pro e contro: segno tangibile che il popolo seguiva con cosciente e crescente amore la riforma e che il lavoro degli esperti doveva trovare una convalida nella comprensione della gente se si voleva che quel cambiamento li conquistasse.
Attualmente la casa ospita un piccolo gruppo di sacerdoti che studiano nelle Università romane. ARTE

La chiesa attuale fu riedificata, su un precedente edificio, ricordato nei secoli IX-XII, nel 1524 da Clemente VII e poi abbellita dai Teatini, che la ebbero da Paolo IV nel 1555.

Il soffitto a cassettoni è una pregevole opera di Marco Antonio Fiorenzi,che lo dedicò a Pio V. Esso fu poi restaurato dall'Arciduchessa Marianna d'Austria, protettrice dei Paccanaristi. Sul soffitto si veda il suo stemma a fianco di quello di Pio VII. Al centro due ovali con la Consegna delle chiavi a Pietro e la Vergine col Bambino. Il terzo fu distrutto nel 1877.

L'abside, molto profondo, è diviso in due parti. Sul frontale dell'arco stemmi dei Bandini e degli Aldobrandini.La decorazione pittorica è dei pittori teatini Biagio Betti, discepolo di Daniele da Volterra, con la Disputa di Gesù e La Madonna e S.Gaetano di Lazzaro Baldi. Nei pennacchi i quattro Evangelisti e due Profeti. Al centro S.Silvestro mandato a cercare da Costantino in una caverna del monte Soratte, di Matteo Zoccolini, teatino. Le finte architetture sono di Agellio da Sorrento, allievo del Roncalli.

La Cappella Bandini fu costruita a fine Cinquecento da Onorio Lunghi. La cupola, molto classica, fu riedificata nel 1823 perché lesionata.
Le statue delle nicchie a sinistra di S. Giovanni e della Maddalena sono di Alessandro Algardi, mentre a destra quelle di S. Giuseppe e S.Marta col drago sono di Autore ignoto (difficilmente sono del Mochi). Il Domenichino ha dipinto gli ovali che rappresentano Ester e Assuero, Giuditta che mostra la testa di Oloferne, Davide che danza al suono della cetra, Salomone e la madre in trono. La pala, dipinta su lavagna da Scipione Pulzone, detto il Gaetano, rappresenta l'Assunzione di Maria.

La prima cappella di sinistra è detta del Presepe con  la Natività di M.Venusti. Alle pareti la Circoncisione l'Adorazione dei Magi di Raffaellino da Reggio.

La seconda è detta di Fra Mariano o delle Sante Maria Maddalena e Caterina. Sull'altare Madonna col Bambino, i SS. Michele e Giovanni,Maddalena e Caterina d'Alessandria. Affreschi di Polidoro da Caravaggio (prima del 1527): Caterina da Siena concilia i romani con Urbano VI. Sulla volta la Gloria e le storie di S. Stefano del Cavalier d'Arpino.Sul pavimento formelle robbiane di Maiolica con insegne medicee, avanzo di quello delle logge vaticane, dono del papa Leone X.

Nel coro tomba del card. Panzirolo. Gli stalli scolpiti sono dell'inizio del XVII sec. La tela di S. Vincenzo è di G. Baccari.

La sacrestia ha banchi e armadi in legno scolpito del XVII sec.

La prima delle cappelle di destra è dei Santi Teatini. Sull'altare L'Eterno Padre appare ai Santi Gaetano Thiene e Andrea Avellino di A. Ricci. A destra sulla parete Clemente XI crea cardinale S. Giuseppe Tomasi. A sinistra il Santo conforta il papa morente, d'autore ignoto.

Segue la cappella della Madonna delle Catene. All'altare S. Pio V e il cardinale Alessandrino suo nipote di G. Gemignani. Ai lati a destra S. Cecilia e S. Caterina d'Alessandria del Gemignani. Sulla parte di destra la Natività di Maria e La presentazione al Tempio di C. Nebbia (sec. XVI). La volta e il sottarco furono dipinti dal Nebbia. All'interno lapidi della famiglia Florenzi.

L'ultima a destra, sul fondo è la cappella di S. Silvestro Papa. Sull'altare il Battesimo di Costantino del Nucci.
A destra S. Silvestro sul Soratte; a sinistra Costantino e il Santo di G. Beltrami (1868). Sulla volta l'Eterno Padre del Nucci e nel sottarco i Dottori della Chiesa.

Sulla parte interna della facciata i Monumenti funerari del card. Federico Cornaro, vescovo di Bergamo, poi di Vicenza, Padova e Venezia e di Prospero Farinacci, avvocato difensore di Beatrice Cenci. Al centro un bassorilievo in gesso attribuito all'Algardi, con il Battesimo di Cristo.

La facciata esterna fu costruita nel 1877 dopo l'allargamento della strada e la distruzione di due cappelle e della facciata originale.

Note Speciali

Via XXIV Maggio, così chiamata in ricordo della dichiarazione di guerra all’Austria, fu realizzata nel 1877 per collegare piazza del Quirinale a via Nazionale. La sua costruzione causò la distruzione del giardino di Palazzo Rospigliosi Pallavicini.

Piazza del Quirinale
- bellissima per il suo posto e la sua esposizione, sebbene non perfettamente regolare; nel suo mezzo levasi un monumento, unico al mondo. Un obelisco egiziano di granito rosso, alto 14 m. e mezzo, proveniente dal Mausoleo di Augusto e trasportato qui nel 1787, s'innalza sopra una fontana che ha una tazza di granito antico della circonferenza di 25 m., postavi da Pio VII nel 1818; ai due lati dell'obelisco, sono i due colossali Domatori di cavalli, ossia Castore e Polluce, che decoravano anticamente l'ingresso alle Terme di Costantino, e vennero trasportati qui da Sisto V. Questi due gruppi hanno merito grandissimo, sia per l'eccellenza delle proporzioni, sia per lo stile grandioso e sublime, sia ancora per la finitezza del lavoro. Il palazzo a sinistra di chi guarda i gruppi è quello della Consulta, eretto da Clemente XII, che ora è residenza del Ministero degli Esteri. A sinistra è il Palazzo del Quirinale

Il colle Quirinale e l'esercizio del diritto

Sembra interessante notare come tutta l’area Sud-Occidentale del colle Quirinale, sul cui bordo estremo si trova la Villa Aldobrandini sede dell’Istituto per la Unificazione del Diritto Privato (Unidroit), abbia ospitato sin dall’epoca arcaica edifici legati in qualche modo all’esercizio del diritto. Nel luogo in cui, nella metà del 500, verrà costruita la Chiesa di S. Silvestro al Quirinale, era stato eretto nel V sec. a. C. un tempio dedicato a Senio Sancus Dius Fidius, divinità arcaica alla quale era attribuita la tutela del rispetto dei giuramenti. Di fronte alla Chiesa di S. Silvestro, addossato al lato Nord dei ruderi delle Terme di Costantino, esisteva nel 500 il Palazzo del Cardinale di Vercelli, dal nome della città di origine del proprietario. In questo edificio, alla fine di quel secolo, la Camera Apostolica insediava il Tribunale Ecclesiastico della Sacra Consulta che deliberava sulle cause civili e penali del Foro secolare, nonché la Segreteria dei Brevi che curava la redazione e l’archiviazione delle missive pontificie. Non deve meravigliare quindi il fatto che molti dei monumenti e delle lapidi che ornano il pavimento e le pareti della vicina Chiesa di S. Silvestro siano di giureconsulti dell’epoca. Opera di grande impatto è il cenotafio di Prospero Farinacci, uno dei difensori di Beatrice Cenci, il cui dramma ispirò illustri letterati come Stendhal, Dumas e Shelley. Il modesto Palazzo del Cardinale di Vercelli venne poi demolito nel 1730 per far posto al più rappresentativo Palazzo della Consulta le cui forme possiamo ancora oggi ammirare nella piazza del Quirinale. Su questa scenografica piazza, oltre al Palazzo della Consulta che ospita oggi la Corte Costituzionale, si affaccia il Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale dei Papi fino al 1870, poi del Re d’Italia, e, dal 1946, del Presidente della Repubblica Italiana.

Cenotafio del giureconsulto romano Prospero Farinacci (1544-1618), probabile opera di Domenico Fontana (1543-1607) nella chiesa di S. Silvestro al Quirinale. L’atteggiamento incombente del busto e lo sguardo corrucciato del personaggio simboleggiano bene l’essenza inesorabile della legge. Papa Clemente VIII Aldobrandini nominò il Farinacci consigliere della Sacra Consulta, e Papa Paolo V procuratore fiscale della Camera Apostolica. Alcune opere del giureconsulto si trovano nella raccolta di antichi testi giuridici donata nel 1987 alla Biblioteca dell’Istituto Internazionale per la Unificazione del Diritto Privato (Unidroit) da Gino Gorla (1906 - 1992), Professore emerito nella Facoltà di Giurisprudenza della Università di Roma.

Qui sorgeva l'antico tempio di epoca regia dedicato al Dio Quirino (Romolo). E' in granito rosso ed è pressochè il gemello dell'Obelisco Esquilino.
Misura 16,00 iarde (28,94 con il basamento e la croce), venne trasportato ed eretto dall' arch. Antinori per volere di Pio VI nel 1786; proviene dal Mausoleo di Augusto dove faceva coppia con quello oggi sull' Esquilino e dove era stato collocato probabilmente all' epoca di Domiziano.

Dove siamo

From Address:

 

Collegio Alberoni 

 Casa eretta nel 1751

Via Emilia Parmense, 77
29100 - Piacenza
Tel.: centralino +39 0523 577011
Tel.:/FAX: +39 0523 613342

Lo Studio Teologico del “Collegio Alberoni” è affiliato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università “S.Tommaso d'Aquino” in Roma. La sua denominazione è: “Studio Teologico Collegio Alberoni”.

Gli studi del Collegio Alberoni sono quelli richiesti per la preparazione dei candidati al sacerdozio ministeriale e che il Vaticano II denomina come «studi ecclesiastici propriamente detti» (OT, 13). Essi abbracciano un sessennio filosofico-teologico in conformità alle prescrizioni e alle direttive contenute nei documenti in materia emanati dalla Santa Sede e dalla CEI.

Il Collegio, fondato dal Cardinale Giulio Alberoni nel 1751 e diretto per volontà del medesimo Cardinale dalla Congregazione della Missione, ha una sua tradizione culturale ispirata al patrimonio filosofico e teologico perennemente valido, in particolare a S. Tommaso d'Aquino. Tale scelta ha avuto, nell'ultimo secolo, conferma e sviluppo nella pubblicazione della rivista filosofico-teologica “Divus Thomas” e una significativa riaffermazione nell'affiliazione all'Università S.Tommaso in Roma.

 
 Veduta della Facciata principale del collegio sulla via Emilia Parmense

Collegio Alberoni

Incarichi 2005 - 2006

 

Governo
P. Mario Di Carlo Superiore e Rettore
P. Mario Dosi Assistente (Vice-superiore)
P. Vittorio Pacitti Economo
Don Marco Guarnieri
(diocesi Pc-Bobbio)
Direttore spirituale seminaristi diocesani
P. Mario Dosi Direttore spirituale stud. vincenziani
P. Giuseppe Testa Vice-Rettore (teologi)
P. Vittorio Pacitti Direttore studenti vincenziani
P. Giuseppe Testa Prefetto degli studi (Preside)
P. Casimiro Stelmach Segretario Studio Teologico
Vice-Rettore (filosofi)
P. Giuseppe Testa Archivista
P. Vittorio Pacitti Sagrista
P. Casimiro Stelmach Direttore Galleria d’arte
P. Mario Dosi Direttore Musei
Prof. Anna Braghieri Presidente Fondazione Alberoni

 

Direzione del Collegio
P. Mario Di Carlo (Superiore e Rettore)
P. Giuseppe Testa (Direttore e Prefetto)
P. Egidio Stefani (Direttore)
P. Vittorio Pacitti (Direttore ed Economo)
P. Casimiro Stelmach (Rappresentante C.M.)

  

Elenco dei Professori

Anno Accademico 2005 - 2006

Albanesi P. Nicola C.M.
Visitatore Prov. Romana C.M.
Dottorato in Teologia
Professore di Teologia Fondamentale
e di Teologia Sistematica
Collegio Alberoni
Via Emilia Parmense 77
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 577036
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Testa P. Giuseppe C.M.
Provincia Romana C.M.
Licenza in S. Scrittura Prefetto degli Studi dello Studio Teologico
Professore di S. Scrittura
Collegio Alberoni
Via Emilia Parmense, 77
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 577012
Stelmach P. Casimiro C.M.
Provincia Polonia
Licenza in Teologia Segretario dello Studio Teologico
Professore di Teologia Sistematica
Introduzione ai Doc. del Concilio Vaticano II
Collegio Alberoni
Via Emilia Parmense, 77
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 577042
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Anelli Don Franco
Diocesi di Lodi
Laurea in Filosofia Professore di Metafisica Piazza del Popolo,7
26841 Casalpusterlengo
Lodi
Tel:. 0377 84319
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Belloni Dott. Claudio Laurea in Filosofia Professore di Epistemologia Viale Abruzzi, 54
20090 Segrate (MI)
Tel.: 02 2131902
Bolzoni Mons. Giacomo
Diocesi di Fidenza
Dottorato in Teologia Professore di Introduzione allo
studio di S. Tommaso d’Aquino
Seminario Vescovile
Via Palestro, 40
43036 - Fidenza (PR)
Tel.: 0524 522647
Bonatti Mons. Pietro
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Dottorato in Teologia e Licenza in Sacra Scrittura Professore di S. Scrittura di
Lingua ebraica e di Greco biblico
Seminario Vescovile
Via Scalabrini, 67
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 335666
Bulla Don Angiolino
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Dottorato in Teologia e Storia della Chiesa Direttore degli Archivi Storici Diocesani
Professore di Archeologia e Arte Cristiana
Metodologia e di Storia della Chiesa
Consulente della Biblioteca
Via Verdi 46
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 305568
Busani Mons. Giuseppe
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Licenza in Liturgia
Vicario Episcopale per la Pastorale
Professore di Liturgia speciale
di Estetica e di Omiletica
Piazza Duomo, 33
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 308311
Dosi P. Mario C.M.
Provincia Romana C.M.
Dottorato in Teologia Pastorale Professore di Teologia Pastorale
e di Catechetica Fondamentale
Collegio Alberoni
Via Emilia Parmense, 77
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 577029
Horak Dott. Donata Laurea in Giurisprudenza Professoressa di Introduzione al Diritto Canonico Via Po, 33
29010 - Sarmato (PC)
Tel.: 0523 887210
Maggi Don Aldo
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Licenza in Liturgia Professore di Liturgia Fondamentale Piazza Duomo
29022 - Bobbio (PC)
Tel.: 936219
Mariani Don Andrea
Diocesi di Tortona (PV)
Dottorato in Teologia Morale e Master in Bioetica Professore di Teologia Morale Fondamentale
e di Antropologia ed Etica
Via Don Sturzo, 1
27058 - Voghera (PV)
Tel.: 0383 41677
Cell.: 335 8270943
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Nuovo P. Luigi C.M.
Provincia di Torino C.M.
Laurea in Storia Moderna Professore di Storia della Chiesa
e di Storia della Spiritualità
Casa della Missione
Via Fassolo, 29
16126 - Genova
Tel.: 010 261805
Pagazzi Don Cesare
Diocesi di Lodi
Laurea in Filosofia Professore di Storia della Filosofia antica
e di Storia della Filosofia moderna contemporanea
Via Torta, 6
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 320633
Perini P. Giuseppe C.M.
Provincia Romana C.M.
Laurea in Filosofia e Scienze Sociali Professore di Filosofia della Natura
di Logica Minore Sociologia e di Corso sull’ateismo
Collegio Alberoni
Via Emilia Parmense, 77
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 577024
Poggi Don Mario
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Licenza in Diritto Canonico Canceliere Vescovile
Professore di Diritto Canonico
Piazza Duomo
29022 - Bobbio (PC)
Tel.: 936219
Schianchi Don Iames
Diocesi di Parma
Laurea in Filosofia, Licenza in Teologia Morale Professore di Teologia Morale Sistematica Viale Solforino, 25
43100 - Parma
Tel.: 0521 962441
Cell.: 3771 526158
Tambini Don Mario
Diocesi di Piacenza-Bobbio
Dottorato in Teologia Professore di Filosofia della Religione Via Mandelli, 23
20100 - Piacenza
Tel.: 0523 305274
Tinelli P. Cesare O.F.M. Laurea in Archeologia Cristiana, Licenza in Teologia
Professore di Patrologia
Convento S. Maria di Campagna
Piazzale delle Crociate
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 490728
Triani Dott. Pierpaolo Laurea in Pedagogia Professore di Psicopedagogia Via Ferma, 27
29100 - Piacenza
Tel.: 0523 320768

 

Materie d'Insegnamento

 

Elenco dei Seminaristi
Anno Accademico

2005 - 2006

 

Gli alunni ammessi per concorso e presenti in Collegio per l’anno 2004-2005 sono 22: 4 della Diocesi di Piacenza-Bobbio, 1 della Diocesi di Edea (Cameroun), 2 della Diocesi di Prizen (Kossovo), 2 di Cochabamba (Bolivia), 4 di Sora-Pontecorvo-Aquino, 2 di Evora (Capo Verde), 2 di Witebsk (Bielorussia), 1 di Mazara del Vallo, 2 dell’Eparchia di Mukacevo (Ucraina), 1 del Togo, 1 di Braganza (Brasile)

Ad essi si aggiungono, 7 studenti della Missione di varie Provincie: 1 di Ungheria, 3 di Roma, 2 di Torino, 1 della Slovacchia. Inoltre sono presenti: 3 nuovi seminaristi diocesani ammessi senza concorso per problemi di lingua (faranno il concorso il prossimo anno);
2 dell’Eparchia di Mukacevo (Ucraina); 1 di Witebsk (Bielorussia). per un totale complessivo di 31 unità.
Sono divisi in tre gruppi: * camerata filosofi (primi tre anni),

* camerata teologi (ultimi tre anni),

* camerata (gruppo dei seminaristi della C.M.), guidati nella formazione da un Direttore.

 

Camerata Filosofi

Direttore: P. Egidio Stefani

Anno I
ASON ALEKSEI ASON ALEKSEI
LOHYN ANTON Mukacevo (Ukraina)
LOZINSKYY HRYHORIY Mukacevo (Ukraina)
Anno II
AYENA DOSSA AYEGBEM Togo
PICCHIONI VALERIO Piacenza-Bobbio
PIDHIRSKYY VASYL Mukacevo (Ukraina)
LOZYUK ROMAN Mukacevo (Ukraina)
Anno III
BERSANI MATTEO Piacenza-Bobbio
ROTONDI ADRIANO Sora-Pontecorvo-Aquino
OLIVEIRA DE SILVA LEANDRO Braganza (Brasile)
UKAJ MARJAN Prizren (Kosovo)

 

Camerata Teologi

Direttore: P. Giuseppe Testa

Anno IV
INZANI PAOLO Piacenza-Bobbio
GUI DARIUS COTIZIO Sora-Pontecorvo-Aquino
SARABIA SALDANA JUAN CARLOS Cochabamba (Bolivia)
MURZICH RAMAN Witebsk (Bielorussia)
Anno V 
CASCIOTTI SILVANO Sora-Pontecorvo-Aquino
LOMBARDO TOMMASO Mazara del Vallo
DOS SANTOS EGIDIO ALVES DOS Evora (Capo Verde)
KONANGO JEAN LAURENT Edea (Cameroun)
Anno VI
SEGALINI STEFANO Piacenza-Bobbio
REA ALESSANDRO Sora-Pontecorvo-Aquino
TEJADA COCA ALVARO Cesena
NARODOVSKIJ VALENTIN Vitebsk (Bielorussia)
SOLIS CARBALLO EMILIO Cochabamba (Bolivia)
TUNAJ PAL Prizen (Kosovo)
GONCALVES ISAIAS ROSARIO VARELA  

 

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